diario scrittorio: venerdì, 11 novembre 2016

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Ecco, il blog pare morto, latito.

Ho terminato un romanzo nuovo di zecca (per evitare confusione lo chiamo con le iniziali del titolo SCF) il 7 ottobre scorso, l’ho lasciato un po’ al suo destino perché mi premeva finire quello che avevo lasciato a metà l’anno scorso dopo la sessione di #NaNoWriMo di novembre 2015, ovvero, sempre per le iniziali del titolo, IMSDA, che è il terzo volume della serie (“Le parole confondono”LPC.

L’intenzione è quella di tirare fuori tutto quello che ho messo nel cassetto, completo e non, e pubblicarlo e poi vi saluto. Di scrivere non so se riuscirò a smettere. Arrivano periodi in cui ho più tempo e riesco a scrivere molto, altri periodo in cui mi guardo allo specchio e ragiono e mi fermo, ho poco tempo e voglia.

Oggi è uno di quei giorni di ragionamenti.

Ero partito con l’idea di pubblicare due romanzi uno dietro l’altro o comunque a brevissima distanza. Pessima idea per alcuni motivi.

Uno: la promozione non partirà mai (ehm… è mai partita per gli altri?).

Due: come si fa a scrivere, far leggere ed editare due cose contemporaneamente?

Tre: non sono Stephen King o John Grisham, non ho un popolo di lettori che ansima e si angoscia perché non vuole aspettare per leggere i miei prossimi lavori. A chi vuoi che importi se escono insieme o a distanza di un anno?

Quattro: se qualcuno compra IMSDA o SCF poi non comprerà l’altro perché non sono King, non sono Grisham, non ho un editore alle spalle, sono uno squallido selfpublisher sfornaromanzi.

Attualmente mi sono iscritto al NaNoWriMo 2016 con 9 giorni di ritardo. Perché l’ho fatto? Ovvio. Sto riprendendo il terzo capitolo della serie “Le parole confondono” (volume I: “Le parole confondono” e volume II: “Certe incertezze”) come ho detto più sopra: IMSDA. Sono a circa 80mila parole e più o meno si va verso un finale, quindi sto scrivendo, il #NaNoWriMo prevede di scrivere e sono anche già oltre la vittoria se volessi, ma partirò con il conteggio delle parole da circa 40mila visto che aspiro a non superare le 90mila. Il II volume erano 160mila e mi ha portato una quantità di lavoro che è meglio non pensare, certo ha venduto 98 milioni di copie in tre mesi, quindi ne è valsa la pena, posso pure smettere. Di IMSDA ne conteggerò un po’ per volta, ma sto continuando, non sto barando.

Dicevo, come voglio procedere non avevo una folla di lettori e lettrici impazziti e ansimanti?

Finirò IMSDA, poi tornerò sul romanzo SCF, lo editerò, lo farò leggere al mio fidato beta reader, vedrò le indicazioni, sistemerò, lo leggerò un altro paio di volte e via in pubblicazione, poi ritornerò su questa benedetta storia di Andrea, Francesco e Giulia.

A tratti mi angosciano questi tre personaggi. Sono circa sette anni che ce li ho davanti e non li abbandonerò con la fine del terzo volume. Ho già pronti i titoli e le copertine dei volumi IV e V. Del IV la copertina è finita, sistemata, manca solo il contenuto del romanzo, ma già so chi sarà la voce narrante, di cosa parlerà e come finirà. Spero di essere più breve, magari mantenendomi sulle 40mila o massimo 50mila parole, ma mi conosco, saranno 60mila. Il tema non sarà dei più piacevoli, quindi non mi preme iniziarlo a scrivere, anche se già c’è un primo capitolo 😀 .

Del V volume devo sistemare l’effetto grafico del titolo ché è già deciso, immagine inclusa, ma non la trama. So di cosa parlerà grossomodo, anzi non lo so, in verità so chi ne saranno i due protagonisti, penso di avere anche la voce narrante, alcuni fatti, ma è tutto incognito anche perché se proprio va bene stiamo parlando del 2017 o del 2018 o del 2019 o di mai. Dipende da come andranno le cose nel futuro.

Dopo SCF e dopo IMSDA vorrei pubblicare il romanzo sull’editoria (titolo e copertina finiti, da completare nella storia, molto intrigante con tanti personaggi da poterne fare anche 2 o 3 libri) e a seguire un vecchio testo che devo rivedere e poi forse il thriller che avevo iniziato in una sessione di CampNaNoWriMo di qualche anno fa e poi tornare sui volumi IV e V della serie e nel mentre mettere nero su bianco un romanzo sul selfpublishing. A questo punto saranno passati più o meno 3-4 anni come minimo, vi pare? Stiamo parlando di 7 romanzi, mica di 7 racconti! Certo, non più semplice scrivere romanzi invece dei racconti e a me piacciono i racconti, badate bene. Solo che 7 trame elaboratissime,  intrecciate, diverse, ambientazioni differenti e personaggi non uguali fanno paura. Roba che mi fa ridere e accapponare la pelle a me per primo. Potrebbe succedere in un qualsiasi momento che io mi senta così schifato dalla scrittura e incasinato e insoddisfatto della mia vita reale che questi progetti potrebbero restare tutti incompiuti. D’altra parte quali sono gli stimoli per scrivere e pubblicare? Essenzialmente la voglia di farlo, non ci sono altri possibili stimoli a parte alcune parole buone sui testi, ma il bel tempo, l’emozione di aver fatto felice qualcuno nella lettura, non dura mai troppo.

Di IMSDA ho anche già preparato il booktrailer e, ovviamente, la copertina è già chiusa. Mancano queste “ultime” scene. Al solito la storia procede su due piani temporali distinti come nei volumi precedenti: presente e passato. La voce narrante sarà quella di Giulia e in questa storia apprenderemo anche il suo cognome, quali segreti angoscianti ha nel suo passato, chiariremo il rapporto tra lei, Andrea e Francesco. Sì, ho capito, alla mia prima lettrice non basta.

coffee

Aggiungiamo che Giulia è ferma da Costa Caffè a Londra. Così inizia il romanzo. Ci sta lei e ci sono Andrea e Francesco che parlano. Il romanzo segue la linea temporale del presente a Londra, mentre il passato sarà legato a Napoli, quella Napoli che prende e che dà. Cosa avrà preso da Giulia? Diverse cose, avrete tempo di saperlo se vi interesserà e se ansimate di leggermi.

Ancora qualche altra informazione?

Sulla pagina del progetto su #NaNoWriMo si legge:

Giulia nella sua vita è stata sempre una ragazza cauta, ma ci sono stati giorni tremendi che ha saputo superare e ora, insieme all’amore della sua vita, quei giorni sembrano di nuovo tornare a farsi sentire nel suo presente. La figura paterna che era, ed è, tutto per lei è sepolta nel suo cuore insieme ai suoi pensieri più profondi. Giulia si sente divisa tra le buone e le cattive sensazioni che la città di Londra le trasmette. Quanto a lungo riuscirà a resistere in questa nuova città? L’amore ha i suoi motivi segreti, i suoi percorsi strani per mettere alla prova. Giulia sarà in grado di farcela? Riuscirà a cogliere e alimentare l’amore che le dà la forza per non arrendersi? Andrea sarà sempre al suo fianco oppure le incertezze per la vita londinese li separeranno?

Giulia e Andrea sono a Londra, innamorati. È il giorno prima di Capodanno. Entrano in un Caffè Costa e lei inizia a rendersi conto per la prima volta che solo una settimana prima era ancora in Italia. Ora la vita sarà molto diversa, difficile, ma ha accanto a sé una persona speciale, eppure, in un attimo di distrazione, si perde e sente vacillare ogni certezza. Cosa sta accadendo in quel bar?

Anche nel suo passato ha perso qualcuno, ha trovato amici, l’amore, ma poi se ne è dovuta separare con grande amarezza e dolore, qual è la storia della sua vita? Come è arrivata a Londra? Perché si sente persa? Cosa le succede?

Terzo libro della serie “Le parole confondono”.

Non sarà il miglior modo per attirare la curiosità. Nel testo c’è qualche ripetizione, un po’ troppa vaghezza, ma non sono mai stato un esperto di sinossi per uno store, a parte le 98 milioni di copie vendute. Ogni suggerimento e aiuto per redarre una corretta e intrigantissima sinossi è una benedizione e vi sarò eternamente grati.

La copertina? Preferisco mantenere ancora un po’ di segreto nel mentre capisco se ho il tempo per far uscire SCF (completo anche di booktrailer) o questo IMSDA e, soprattutto, quando.

Il genere? Romantico/romanzo di formazione, come sempre nelle mie corde, a modo mio.

Questi personaggi dicevo che mi angosciano. Ripeto il testo ad alta voce, le battute di dialogo le voglio rendere molto essenziali, molto fluide, far sì da essere caratterizzanti, ma anche le loro storie mi angosciano. In particolare in questo III episodio Giulia mi sta spingendo in un luogo particolare e, quando chiudo gli occhi, penso un po’ a me e a dove sto andando. Vorrei essere un personaggio dei miei libri. Un Andrea, un Francesco, una Giulia, perché nonostante i casini che capitano loro, sono gente forte e in gamba.

See you soon, dude.

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4 pensieri su “diario scrittorio: venerdì, 11 novembre 2016

  1. Annalaura

    Ma che poi……..Chissenefrega se non ti chiami Stephen King o John Grisham! Devi essere tu e basta! Tu e i tuoi romanzi! Tu e le tue idee!
    Io i libri mica li compro in base all’autore, al nome che vedo in copertina.. Certo, hanno un certo peso, ma chissenefrega, di nuovo! 😀

    "Mi piace"

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