diario scrittorio: mercoledì, 1 febbraio 2017

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So che con questa serie di articoli non attirerò lettori di blog, ma, in un certo senso, serve a me come sorta di diario parlante delle mie attività di scrittura e lettura.

Ieri ho finito la lettura di “Ophir – Codice vivente“, interessante testo del genere fantascienza. Il prossimo libro, lo inizierò in pausa pranzo, saranno i racconti del terzo volume della trilogia delle erbacce di Marco Freccero: La follia del mondo. Ora mi ci potrò dedicare per bene, anche perché la scrittura di Freccero è buona. Lo era con le sue tre precedenti raccolte di racconti e mi rifiuto di pensare che non sia altrettanto buona anche stavolta. Ho comprato il suo ebook su Amazon a scatola chiusa, perché, come ho detto, questo autore sa il fatto suo.

In questo periodo provo a pubblicare il mio prossimo romanzo. Dovrei iniziare a parlarne un po’, rivelare il titolo, la copertina, pubblicare il booktrailer. Sono un po’ in “ansia”. In questo romanzo si affrontano alcuni temi classici della narrativa venturiana. L’amicizia, l’amore, le brutte sorprese e Napoli che, stavolta, come per il romanzo Certe incertezze, sarà protagonista del libro a tutti gli effetti.

Sono al terzo passaggio di revisione. Ho rimosso parecchie schifezze varie: refusi, riscritto alcuni pezzi e mentre svolgo questo lavoro di revisione su questo testo, in altri tempi scrivo anche il quarto volume della serie “Le parole confondono“. Sì, direte, ci hai rotto l’anima tu e questa cosa del quarto volume.

In effetti mi sono fermato un attimo e sono ritornato dall’inizio per rileggerlo visto che scrivendo in terza persona il romanzo che arriva a marzo, mi sono reso conto che in questo quarto volume mettendo insieme una voce in terza persona e un’altra in prima ho iniziato ad abusare di parole e della voce in prima persona. Ieri ho iniziato come un folle a tagliare interi paragrafi e pagine per sfoltire. A un certo punto mi sono accorto anche di aver anticipato le scene dei capitoli successivi. E via con le cesoie.

Leggevo i capitoli in terza persona e li trovavo molto più asciutti e belli di quelli in prima e questo non poteva essere. Il mio stile non può peggiorare e non sarà l’accrescere del numero di parole di un testo l’unico possibile obiettivo di scrittura. Mi sono posto, infatti, come obiettivo, finché non butto fuori questo nuovo romanzo, di tagliare tutte le cose inutili che ho scritto in questo quarto volume. Voglio che i dialoghi siano perfetti ed essenziali. Niente verbo dire, domandare e rispondere. Siccome le cose che racconto in questo quarto volume sono un po’ tristi, non si possono usare tante chiacchiere. Soprattutto, a un certo punto, questi personaggi mi soffocano, cioè, mi spiego meglio.

Quattro libri (e ci sarà anche un quinto, si spera) di una storia non sono pochi. Bisogna sempre rinnovarsi, evitare di sovrapporre le storie per fare in modo che se leggi un libro poi non conosci i dettagli salienti di un altro. Bisogna evitare di trascinare le vicende. Non è mia intenzione. Anche perché non sto cavalcando nessuna onda di successo. Il primo libro lo hanno letto un po’ di persone grazie alla bontà di Amazon che secoli fa, il mese di marzo, mise tra i libri del mese il mio primo romanzo, ma il secondo lo hanno letto in 6 persone. Di questo passo, per il terzo saranno 3 e per il quarto 2. Quindi se io sto scrivendo questa serie perché si portano le serie e perché voglio cavalcare il successo dei libri precedenti, siamo decisamente fuori strada.

Lo faccio perché mi piace approfondire personaggi che in un libro compaiono poco e che secondo me hanno un bel potenziale. Un po’ per immergersi in una storia a 360°, immaginandola come stagioni di una serie televisiva. Però, come dicevo, questo lavoro non è semplice, anzi, bisogna fare attenzione alle cose dette nei libri precedenti per non creare una incoerenza sulla serie. Insomma, ma chi me lo fa fare? Non saprei. Continuerò a chiedermelo sempre più spesso, mi sa.

A parte il problema di evolvere con lo stile mescolando prima persona per il protagonista e terza per il coprotagonista, c’è l’esigenza di catturare i 3 lettori che leggeranno il libro e c’è un altro dubbio che si scioglierà scrivendo su quelle che sono le vicende del coprotagonista. Mi sta venendo l’idea di tirare nella storia anche un personaggio che abbiamo amato nel secondo libro, ma devo fare attenzione perché la sua storia era conclusa più o meno. Per quanto la narrativa e la fiction televisiva ci hanno insegnato che un personaggio ha sempre qualcosa da dire.

Il tema del quarto libro… Vabbe’, è un po’ quello che unisce i libri di questa serie: l’amore, ma non sarà solo un romance. I miei sono romanzi di formazione e poi dopo circa 23 mila parole si può sempre correggere e sistemare tutto. Tanto per cominciare non è concluso e quindi è anche un po’ presto ragionare sul testo prima di aver messo la parola fine. Quello che mi è chiaro in testa è come finirà, ci sono alcune scene che si sono rivelate mentre scrivevo. L’introduzione di alcuni personaggi mi hanno fatto venire delle idee, insomma, è tutto work in progress. Se finirò di scriverlo lo saprete. Certo, appena pubblicherò il romanzo a marzo dovrò editare il terzo volume che, per mia fortuna, una lettrice assidua mi richiede. Forse è questo il motivo che mi spinge a continuare a scrivere, ma, come dicevo a lei, scrivere non è un vero problema, almeno per il momento, il problema grosso è rendersi conto di cosa si sta scrivendo e come. Non è pensabile di mettere la parola fine a un romanzo e caricare subito dopo il file del documento di testo in uno store che poi magari ti converte in ebook secondo delle proprie regole. Eppure c’è chi lo fa. Io non ne sono capace.

Se sei arrivato fin qui ti faccio i miei complimenti. Vuol dire che questa rubrica sporadica ti piace, le cose che hai letto ti interessavano. Nei prossimi giorni recensirò il libro che ho finito di leggere ieri, almeno si spera.

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4 pensieri su “diario scrittorio: mercoledì, 1 febbraio 2017

  1. Erika Mager

    “Se sei arrivato fin qui ti faccio i miei complimenti. Vuol dire che questa rubrica sporadica ti piace, le cose che hai letto ti interessavano. Nei prossimi giorni recensirò il libro che ho finito di leggere ieri, almeno si spera.”

    Fatta! 🙂 Grazie
    Tanti saluti dalla Germania
    Erika

    "Mi piace"

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