
Anche in questo romanzo Scianna non delude i suoi affezionati lettori. È meno efficace e meno coinvolgente di “Qualcosa c’inventeremo” e de “La regola dei pesci”, forse è solo il tema trattato che è essenzialmente diverso, forse è che non si parla di adolescenti confusi, o che fanno cose che non dovrebbero.
Nonostante ciò, Edoardo è un personaggio a modo, un uomo che è ancora ragazzo, ha appena trent’anni e gli piove addosso un fatto che non si sarebbe mai aspettato. Sembra non reagire. Lui non ne è colpevole, però la cosa lo turba, tiene tutto dentro, prova a guardarsi da fuori e si sente ancora un ragazzino che non ha preso nelle proprie mani la vita. Fa l’avvocato nello studio di suo padre, i colleghi lo rispettano, lo aiutano, ma lui sta passando un periodo strano, inizia a farsi domande, a cercare risposte, se stesso.
Lo seguiamo passo passo, senza entrare nei suoi più profondi pensieri. Il ragazzo preferisce ascoltare molta musica, per non ricordare, per non pensare, per evadere, ma cosa desidera davvero? Forse, alla fine del suo viaggio interiore, lo capirà.
Un libro che consiglio di leggere perché è bello.