Ho vinto il #NaNoWriMo 2017. Il IV volume della serie “Le parole confondono” ora ha un po’ più di storia e di spessore a livello di personaggi. C’è anche un gatto tra coloro che si muovono nelle pagine. Certo, ha un ruolo minimale.
Un gatto ma per dire cosa?
Per mantenermi sul vago in questo articolo, ovvio. Anche perché non credo che frotte di lettori attendano con ansia i miei scritti. In effetti ho notato che tantissimi, una media di venti persone al giorno, sono più interessati a cosa sia il Kindle Unlimited di Amazon. Articolo che ho scritto un po’ di tempo fa.
In realtà il pezzo forte della trama arriva proprio a fine di questa sorta di gara. Ero entrato da poco nel vivo della storia (quasi al climax) che vorrei mantenere breve per vari motivi, non so se ci riuscirò, ma ci provo.
Breve perché sarà più facile da correggere. Breve perché il concetto da esprimere per quanto complicato e delicatissimissimo può anche essere reso con non troppe pagine, o magari no. Non so, però, sapete, di recente la voglia di scrivere e poi pubblicare non mi ha entusiasmato troppo, anche se devo dire che mi sono un po’ ripreso dopo l’esperimento di regalare quasi 800 copie di tutti i miei romanzi su Apple iBookStore e Amazon. 800 quasi e una sola recensione al momento.
Certo, questo nuovo romanzo mi espone un po’, anche gli altri lo hanno fatto, ma qui andiamo al sodo di certe questioni. Quali? Eh, be’, se le rivelo poi svelo tutta la trama.
Non mi posso lamentare in generale. Non sta scritto da nessuna parte che io mi debba agitare per ogni momento legato alla scrittura, che spesso mi diverte; l’atto di creare e pensare con una testa diversa, anche cose che non penserei mai, è divertente. Diventa meno divertente quando qualcuno prova ad associare i pensieri e le azioni dei tuoi personaggi a una tua vita personale magari pure segreta, ma questo è un altro discorso.
Il NaNoWriMo mi ha aiutato ad aggiungere più o meno 20’000 parole a quelle che già avevo della storia e a focalizzare sulla storia e sul modo in cui la voglio raccontare. Mi sono venute in mente le scene che servono per condurci al finale. Una volta ho detto che basta sapere come inizia la storia, conoscere il punto di massima drammaticità (in gergo tecnico è detto climax) e il finale. Il resto viene da sé in modo naturale. Ecco, non è stato esattamente così stavolta. Forse perché ero un po’ stanco, preso da troppo stress e con poco tempo da dedicare alla scrittura. Quando interrompi di continuo la scrittura di un romanzo, non completi una scena, ecco, ti disorienti un attimo, a meno che tu non abbia segnato tutte le scene in una bozza, cosa che io non sono in grado di fare. Mi devo lasciare una certa libertà, permettere che le scene mi si formino in testa nel tempo giusto. Senza forzare nulla.
Come ho detto alla mia lettrice numero uno, la storia parte immediatamente dopo la fine del secondo volume della serie e ripercorre un lasso di tempo compreso tra il secondo e il terzo volume. In realtà, ora vi dico di più. La storia si svolge, nel tempo narrato al presente, in una settimana, più o meno.
Se qualcuno si chiede qual è l’ordine dei miei libri di questa serie, vi dico:
- volume 1: Le parole confondono;
- volume 2: Certe incertezze;
- volume 3: I motivi segreti dell’amore.
A differenza dei volumi precedenti, nel quarto avremo capitoli senza sottotitolo e due voci narranti. Una in prima persona e una in terza immersa. Naturalmente ci sarà tutta la parte al passato dove le due voci narranti completano i loro tratti psicologici e ci avvicinano a loro attraverso momenti di difficoltà a volte anche estrema. Sta a loro riuscire a venirne fuori, magari alla grande. E nel presente vedremo se ce la faranno.
A differenza degli altri tre testi, questo quarto si svolge interamente nella cornice di Napoli. Circa una settima fa scrivevo una scena in cui i due protagonisti si tuffavano nel bel mare di Napoli dietro il Castel dell’Ovo. Bellissima e liberatoria. Una cosa che onestamente farei pure io. Certo, scrivere scene ambientate d’estate in inverno è un po’ meno pratico, ma basta avere tempo e concentrazione e mi ritrovo tra le calde strade e nella fresca acqua della città.
Spero di finirlo presto questo libro. Non per altro, ma altre idee potrebbero afferrarmi e impedirne la conclusione a breve.
Il NaNoWriMo l’ho vinto con 52504 parole in tutto, tagliando 3-4 pagine di una scena che credo eliminerò, non so, mi sembra un po’ troppo…
Ho tra l’altro ancora in sospeso il romanzo con 36 personaggi. Lo finisco? Lo edito? Lo divido in tre volumi? Non ne ho la più pallida idea. E neanche voglia. Un romanzo con 36 personaggi, diciamocela tutta, non attira nessuno. Le tematiche non sono così di svago, anzi. Roba bella tosta, attualissima, ispirata anche a fatti di cronaca, al mondo in decadenza. Inizialmente lo avevo intitolato “Meno di Zero”, ispirato a un titolo già esistente e al concetto (certamente triste) che l’essere umano, quando ci si mette, vale meno di zero. Insomma… non lo so. Mi servirebbe di essere un po’ spronato.
Sto preparando un booktrailer natalizio sulla serie e mi chiedevo se non sia il caso di inserire anche le copertine del IV e del V volume… Ma così poi mi butto la zappa sui piedi, nel senso che poi devo correre a finirli/iniziare e pubblicare. Il V non ha nemmeno una riga di testo. Ho idea di cosa parlerà, ma da qui a determinare tante cose ce ne vuole.
Chissà chi è riuscito a leggere tutto l’articolo. Un po’ lunghetto per il web, vero?