Eh, sì, quando dei personaggi iniziano a vivere di vita propria le loro storie diventano vere e si inizia a non smettere più di scrivere.
“Le parole confondono” è lì fuori e Andrea vuol ringraziare e io più di lui. Gli autori del passato erano contenti se avevano 5-10 lettori e io faccio parte della categoria, chissà che qualcuno di quegli antichi autori non sia un mio antichissimo antenato.
Io, Andrea e Francesco abbiamo fatto amicizia da più di quattro anni.
Nel primo romanzo “Le parole confondono” Andrea ha molte cose da dire. Nel secondo (il titolo c’è ma è ancora in scrittura, che senso ha dirlo?) c’è Francesco. Un personaggio che aveva un grande potenziale. Già nel primo libro viene fuori in maniera intrigante. Chi è? Qual è il suo ruolo? E diciamo che è un personaggio fondamentale. La storia a Milano ruota intorno al suo segreto, che spero coglierà impreparati anche i lettori più attenti.
E come personaggio mi sta dicendo tante di quelle cose in questo nuovo libro che credo potrebbe venire anche più lungo del primo. Voglio sottolineare che il primo è edito ed è stato passato al vaglio di una editor, cioè è stato ulteriormente rivisto e perfezionato. Lo dico per completezza di informazioni, giusto nel caso qualcuno sia interessato alla lettura. Ma non compratelo, ho raggiunto il mio scopo, il mio numero di lettori giusto.
Francesco mi ha preso la mano, dicevo, e sto scavando nella sua storia passata. Quella che ne “Le parole confondono” non c’è e sicuramente scaverò anche nelle sue motivazioni che lo hanno indotto a fare quel che ha fatto.
Sta venendo una bella storia intensa, come piacciono a me. Una volta lessi, non ricordo dove, che gli scrittori scrivono le storie che vorrebbero leggere ma che nessuno scrive. Qualcuno potrà obiettare e dire che si è scritto tutto lo scrivibile. E dove la mettiamo la personalità e l’unicità di ciascuno di noi? Anche i fratelli gemelli hanno differenze. Quindi c’è sempre di cosa scrivere e, se non altro, ogni mano ha un suo stile personale.
Di questo nuovo scritto non so quale sarà il suo destino editoriale. Per il momento lo finisco e poi lo tengo per me.
Nel mentre ho mandato il primo romanzo serio che scrissi circa 5 anni fa in valutazione all’editor che mi ha curato “Le parole confondono” e vedrò il da farsi. La scheda del Premio Calvino è stata molto buona nei confronti di questo secondo testo (primo cronologicamente parlando), anche se come l’anno scorso, ci sono cose che hanno scritto che vanno decisamente interpretate. Quindi si valuterà cosa fare.
Sono tornato un po’ al mio vecchio motto “scrivere per non pubblicare”, “non tutto ciò che si scrive va pubblicato”. Il motivo è semplice. La concorrenza è troppa. Se io ho avuto 5 lettori in 3 settimane per il romanzo, posso anche pensare che quello fosse il numero giusto. Dovrei sicuramente impegnarmi di più, ma al momento non mi riesce.
Ho anche pensato di ritirare tutti i miei e-book, ma una vocetta mi dice che poi magari qualcuno fa la bella pensata di attribuirsi i miei testi, gli cambia copertina, gli cambia titolo e quando lo vieni a sapere?
Lasciandoli su Amazon, Kobo, inMondadori e Google Play almeno c’è il mio nome sopra e la data di pubblicazione.
Mi sono reso conto di un’altra cosa. Se non scrivo non mi vien voglia di scrivere, se mi metto alla tastiera e inizio a scrivere poi non mi stacco, la testa si riempie e scarica sul testo, si evolvono le storie, ti incontri sempre di più coi personaggi e li rendi credibili e vivi e ti vedi la storia prendere mille direzioni.
In teoria ci dovrebbe essere anche un terzo libro, sempre legato a “Le parole confondono”. Pensavo a dare il punto di vista da parte di Giulia e magari anche di Diego. Però insomma, facciamo una cosa per volta, anche perché ora come non mai non ho fretta.
Buone letture e buone scritture a tutti.