
Chi ha detto che uno scrittore deve solo scrivere? Quale scrittore potrebbe essere tale se non leggesse molto o se non leggesse affatto?
Il dovere di tutti, per quanto possibile – mi rendo conto che in alcuni casi ci sono ben altri doveri – è quello di leggere, se poi si vuol essere letti allora è decisamente fondamentale leggere, leggere e leggere e solo dopo scrivere.
Questa estate mi sono dedicato a più libri del solito.
Ho letto ebook e cartacei. Alcuni li sto finendo in questi giorni.
Faccio un elenco per ricordare più precisamente (per lo scorso mese):
- “La principessa di ghiaccio” di Camilla Läckberg (in ebook)
- “Il mistero di Calatubo” di Maria Patrizia Salatiello (in ebook)
- “La gente di Sainte Sophie” di Francesco Aquino (in ebook)
- “La leggenda del vento” di Stephen King (in cartaceo)
- “Dottor Sleep” di Stephen King (in cartaceo)
- “Mi ricordo di te” di Yrsa Sigurdardóttir (in ebook)
- “Vite pericolose di bravi ragazzi” di Chris Fuhrman (in ebook)
- “Black Cases – Abduction (Black Cases #1)” di Simone Lari (in ebook)
Quattro di questi otto romanzi sono molto corposi.
Leggere permette di imparare, permette di confrontare il modo in cui eventualmente ci si deve porre davanti a un testo per capirne le tecniche, se ce ne sono, ma vuol dire anche rilassarsi, lasciarsi condurre per mano dallo scrittore, anche se il testo è lungo. D’altra parte, se si spendono 18 euro per un cartaceo che almeno il testo sia lungo, chiaramente non è solo una questione di lunghezza. Si spera sempre di imbattersi in un testo che sia scritto bene e che, soprattutto, trascini dentro la storia. Senza dimenticare però che la narrativa è finzione e va letta in questa chiave, anche se poi va tenuto in conto il concetto di “sospensione dell’incredulità“, ma quello, a volte, può diventare molto soggettivo, come lo è l’impressione che dà un romanzo a due persone diverse.
Se esiste il lettore (e c’è c’è) che non apprezza capolavori come Agota Kristof in “La trilogia della città di K” o Paul Auster in “Trilogia di New York”, può comunque leggere ciò che è più vicino al proprio umore, per poi, man mano, col tempo, lasciarsi catturare anche da libri che riteneva “difficili” o “non in tema col proprio umore”. Se potete permettervi di spendere per tante cose, un libro ogni tanto ci sta bene. Scegliete quello che più vi aggrada, ma non buttatevi su un qualsiasi romanzo di Stephen King senza mai aver letto nulla di King, fatevi consigliare. Io vi direi sempre: “Se proprio volete leggere King iniziate dalla raccolta di novelle Stagioni Diverse“.
Leggete prima qualche pagina del libro che vorreste comprare, se lo fate con l’ebook basta farsi mandare l’anteprima da Amazon/Kobo/Apple/Google direttamente sul lettore e poi valutate, ma leggete. Fa bene.
Perplessità
Devo fare alcuni appunti sui cartacei con sovraccoperta di Sperling & Kupfer. Si scollano, la copertina una volta era di tela e resisteva, ora basta leggere la prima volta il testo che la copertina di cartone si spacca, si straccia e si consuma rendendo il libro vecchio di 50 anni in una sola sessione di lettura. E voglio evidenziare che costano 18 euro e passa, a volte anche 20. Oramai veramente l’editoria è messa male.
La principessa di ghiaccio
Il grandissimo successo di libri come “La principessa di ghiaccio”, preso gratuitamente tramite Amazon non ricordo in quale occasione, non mi sembra giustificato.
Sono allergico in genere a quelli che vengono definiti i grandi successi e i best seller e non mi ci avvicino mai, ma, in questo caso specifico, era gratuito, eppure avevo ragione. Il testo non mi sembra niente più, niente meno, che un libro che avrebbe potuto scrivere chiunque, un qualsiasi indie, chiunque. Non c’è un’ambientazione particolare. Eppure il romanzo ha come sfondo una città svedese. Per quanto mi riguarda potevano anche ambientarlo in una periferia di Bolzano o nel Piemonte o in Lombardia dove d’inverno nevica. Sarebbe stato uguale. Nessuno se ne sarebbe accorto. E poi non ho notato nulla di cosi eccezionale nella scrittura. Non era male, ma non si spiega l’enfasi con ci si parla di questo capolavoro, forse hanno ben saputo vendere il libro. Una buona campagna pubblicitaria e via. Ma non è un problema, il libro era gratuito, per quanto ci sono dei problemi tecnici nell’impaginazione del testo elettronico. Mancavano le spaziature tra paragrafi in varie occasioni. Leggevo di alcuni personaggi in un’ambientazione e qualche riga dopo si parlava di altri in altra ambientazione, lasciandomi perplesso e confuso.
Vite pericolose di bravi ragazzi
Leggendo “Vite pericolose di bravi ragazzi”, ho poi capito, in modo definitivo, che i libri di ISBN Edizioni non vanno letti in ebook, ma in cartaceo. È il secondo ebook che (erano entrambi in promozione a meno di due euro) mi capita tra le mani di questo editore. Sicuramente sarà meglio un cartaceo!
Piccole perle
“Il mistero di Calatubo” anche presenta problemi di formattazione… mi disse un addetto ai lavori che si fa prima a contare chi sa fare gli ebook che chi non li sa fare. C’è un fattore sproporzionato. Dicevo, è una piccola perla, peccato sempre per la cattiva formattazione dell’intero testo che ne lede l’anima.
Altre piccole perle sono: “Black Cases – Abduction (Black Cases #1)” e “La gente di Sainte Sophie”, in tutto e per tutto. Ben formattati e belle storie, belle atmosfere, bello stile di scrittura, storie che ti tirano dentro fino all’ultima pagina. Il secondo testo è di un’ottima piccola casa editrice digitale di cui ho letto anche altri ebook.
Qualche tempo fa ho recensito un altro romanzo di Stephen King: http://wwayne.wordpress.com/2014/04/18/misteri-e-segreti/. Che ne pensi?
"Mi piace""Mi piace"
Ho letto tutto King e anche Buick 8. Diverso tempo fa che nemmeno me lo ricordo che effetto mi fece, ma credo buono visto che solo pochi libri del Re non mi piacciono. Bella recensione 😉 .
"Mi piace""Mi piace"
Grazie mille per i complimenti (che contraccambio) e per la risposta! : )
"Mi piace""Mi piace"