tu che leggi selfpublisher e dici di non farlo

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(CC) Nicola Romagna / Flickr

Sì, parlo con te. Tu che dici che è un’indecenza questa moda che ognuno si pubblica da solo senza un editore che faccia da filtro e che solo gli editori pubblicano cose di qualità.

Hai letto la trilogia delle 50 sfumature edita da Mondadori?

Sicuramente, oppure hai letto “Switched. Il segreto del regno perduto (Lain)”, edito da Fazi? Primo volume di una trilogia, tra l’altro.

Quanto hai pagato questi libri? Te lo dico io. “Switched. Il segreto del regno perduto (Lain)” costa, come ebook, 8,99 euro e i vari volumi della trilogia delle sfumature costano, in ebook, 6,99 euro. In cartaceo le hanno fatte e rifatte in tutte le forme e modi: in edizione tascabile, con il cofanetto, senza cofanetto, …

Hai comprato delle autrici che si sono pubblicate da sole e non lo sapevi. Mi dirai: «Ma come, le hanno pubblicate Mondadori e Fazi, che stai dicendo?».

Quelle di Mondadori e Fazi sono delle traduzioni dall’inglese. Le due autrici in questione si sono pubblicate da sole e hanno iniziato a vendere a vagonate, così le case editrici sono arrivate, volevano una fetta di guadagni anche loro… È esattamente questo che fa una casa editrice: fare soldi con i libri. Nulla più, nulla di meno. C’è chi lo sa fare bene e chi no. Il resto non conta. Non è un fatto di cultura. Le case editrici non sono enti di beneficenza, per nulla. E ben si vede dalle politiche adottate.

Dicevo, le due autrici (E L James per le Sfumature e Amanda Hocking per Switched) si sono autopubblicate con Kobo e Amazon, poi sono arrivate le grosse vendite e poi sono arrivati gli agenti per curare i diritti di traduzione che, in Italia, si sono aggiudicate le due case editrici di cui sopra. Fatto sta che sono autrici che si sono autopubblicate e ora tu le compri a quasi nove euro in ebook. E delle Sfumature ne ho sentito parlare solo male. Ora hanno fatto anche il film, figuriamoci se non si venderanno ancora di più, per quelli che non le hanno ancora lette. D’altra parte anche parlando male di un libro lo si fa vendere. Certo, parlandone bene si vende di più, ma a volte scatta il meccanismo della curiosità e non c’è recensione che tenga: va letto.

Detto questo, come per l’editoria, anche per il selfpublishing ci sono Autori e autori. Non facciamo di tutta un’erba un fascio. Ci sono autori selfpublisher che sono superiori agli autori dietro un regolare contratto editoriale. Molti editori non sanno fare gli ebook, non usano correttori di bozze e, alcuni, nemmeno gli editor o ne usano di molto economici e rapidi. Le copertine a volte non sono affatto originali o ben fatte (o magari completamente assenti). Spesso ho visto una copertina (stessa foto/immagine) con almeno tre titoli diversi di autori diversi, di case editrici diverse.

Come ci sono autori selfpublisher che, se considerati di esempio, rovinano un’intera categoria già tanto bistrattata in Italia. Fare la differenza tra autore pubblicato con editore e autore autopubblicato secondo me non è fattibile. Quello che deve parlare è il testo dell’autore. Punto. E se qualcuno dice: «Ma l’editore seleziona meglio». Io continuo a dire: «Ma la selezione di cui tanto parlate è stata fatta con le 50 sfumature e con tante schifezze anche non autopubblicate? Sì? E in base a quale criterio? Solo economico e a volte nemmeno. Vorrà dire che c’è il gusto per quelle cose che vendono e che non sono in assoluto obiettivamente migliori di altre, quindi di cosa si vuole esattamente parlare quando si dibatte di editoria tradizionale contro il selfpublishing?».

Per non parlare del fatto che esistono editori che si fanno pagare per pubblicare, ma questa è un’altra storia ancora!

Il selfpublisher potrebbe saper scrivere, saper fare editing, saper realizzare una bella copertina, fare un bel booktrailer, promuovere il suo testo bene e saperlo tradurre anche per un’altra lingua o sapere come organizzare il tutto affidandosi anche a persone competenti per ciò che non gli riesce o magari non sapere fare nulla di tutto ciò. Un autore tradizionale si limita a scrivere un testo con Microsoft Word (e se non è Microsoft Word non scrive) e poi si affida all’editore per tutto, se lo trova.

Premesso questo, ti faccio un’altra domanda: perché compri libri come le 50 sfumature a prezzi stratosferici e poi se vuoi comprare dei libri di autori autopubblicati italiani non pensi che questi debbano meritare più di 99 centesimi?

Sono d’accordo con te quando mi dici che certi autori nemmeno 99 centesimi meriterebbero. Potrei indicare stesso io alcuni di questi, ma non è che abbia senso. A me non piacciono affatto, ma qualcuno potrebbe adorarli. Ti continuo a chiedere: «Perché quando qualcuno scrive meglio e piace deve pagare le conseguenze di scelte altrui?». Perché vige la regola della domanda e dell’offerta? Compro da chi mi fa pagare di meno? Va benissimo, ma guardiamo anche cosa compriamo. Leggiamo le anteprime e valutiamo. Come tutti comprano prodotti cinesi di scarsa qualità su bancarelle allo stesso modo pagare poco e pochissimo è sempre molto vicino al concetto di scarsa qualità (ci sono delle eccezioni che per il modo dell’ebook italiano diventano, purtroppo, quasi normalità). Poi ti chiedo ancora: un autopubblicato non più di 99 centesimi e un autopubblicato da Mondadori 6,99 euro. Mi spieghi il perché? Mondadori si è “limitata” a tradurre un testo, non poteva di certo editarlo. Non è quello che accade quando compri i diritti di traduzione. Mi spieghi perché un autopubblicato non più di 99 centesimi e un autopubblicato da Mondadori 6,99 euro? Sai, son curioso assai.

Provo sempre a valutare un testo dall’anteprima dello stesso e dalle recensioni che trovo. Perché ci sono recensioni e recensioni. Se un testo non piace e viene ben spiegato perché e se mi dà qualche indicazione su quello di buono che c’è nel testo allora la ritengo anche affidabile. Poi guardo quelle che mi spiegano perché il testo piace. Non mi affido mai a dichiarazioni del tipo: “Un testo fantastico. Da comprare. Punto” oppure “Non è un granché. Punto”.

Riassumendo

Quindi, alla fine, riassumendo, un testo è l’unico elemento per valutare un autore. Che sia pubblicato da un editore o che sia editore di se stesso vale lo stesso criterio: se sai scrivere si vede e se non lo sai fare si vede lo stesso, a prescindere poi da quelli che sono i gusti personali dove nessuno può mettere becco.

E chi sono i migliori autori autopubblicati in Italia? Qualcuno lo riporto qui.

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