dire di no stupisce, vero?

da: BlogInglese.it

E quando un editore ti contatta tu che fai?

Gli dici di no? Sì, gli dico di no nel 90-95% dei casi.

C’è chi ci ride sopra. Dico di fronte a questa mia scelta. Va bene. L’importante è non piangerne.

Continuo l’articolo di ieri mettendoci dentro un po’ di riflessioni che ho volutamente tenuto fuori ieri perché volevo dare un taglio sintetico e diverso all’articolo in questione.

In realtà la mia è un po’ una vendetta personale contro tutti quegli editori che qualche volta dicono di no, ma che nel 95% dei casi non ti dicono nulla.

Un editore non si esprime. Perché un autore dovrebbe farlo? Magari sono passati mesi e nel mentre hai riscritto il testo da zero. Hai perso così tanto tempo ad adattarti alla modalità di spedizione richiesta dell’editore pinco pallino tempo addietro: sinossi completa di 3 pagine, sinossi sintetica di 9 righe, nessuna sinossi pena la non lettura, lettera di presentazione del testo, nessuna lettera di presentazione, stampa su fogli A4 da un solo lato, nessuna rilegatura, rilegatura ad anello, rilegatura con cucitura, ecc… ecc…

Perché il tempo di un editore vale più di quello di uno scrittore che non è una mezza calzetta?

Un autore è un essere umano, un editor è un essere umano, un editore è un essere umano. Chi stabilisce che il tempo di un editor e di un editore vale di più?

Ho conosciuto editor che sono superbi. Che accettano il lavoro di editing, ma poi stanno a lamentarsene il 100% del tempo. Pubblicano su Facebook quelle che secondo loro sono le boiate che ha fatto l’autore che li paga per essere aiutato nel processo di editing. Uno ti paga, a volte anche profumatamente, e tu che fai? Metti il mondo a conoscenza degli errori che per te editor saranno anche grossolani e imperdonabili, ma che l’autore non sa vedere? E che c’è da ridere? Ci sarebbe da ridere se come editor tu lo facessi gratis, allora sarebbe anche uno sfogo personale denigrare il prossimo. Il problema è che non sei professionale quando ti comporti così dietro un lauto compenso. Se ti lamenti di fare editing scegli un altro mestiere. Punto.

Per fortuna che invece la mia editor è una ragazza seria. Sa lavorare bene su un testo e non mi ride dietro. E non è che essendo l’editor de “Le parole confondono” non ne esiste un’altra brava come lei. Sono stato fortunato. Ho sentito storie di chi ha avuto salassi completi e che ha buttato tempo e denaro ottenendo un testo peggiore di come era in principio.

Torniamo all’editore. Dicevo, se un editore ritiene il suo tempo più prezioso di un altro, allora io ritengo il mio più prezioso di quello di un editore, no?

Dopo il mio primo no a un editore (che tra l’altro aveva chiesto lui il mio testo) c’è stato il silenzio. Si vede che poi era sicuro di ricevere una risposta positiva ed è rimasto interdetto sulla mia. Chi è il pazzo che oggi rifiuterebbe un contratto di pubblicazione?

Io dico: chiunque abbia capito come funziona grossomodo l’editoria in Italia, con le dovute eccezione che esistono (ne ho conosciuti almeno due che meritano). Il concetto magari cambia radicalmente quando hai esigenze diverse e quando ti becchi un’email di un grosso editore. Lì vai nel panico e non dici nulla per almeno 24 ore. Pensi anche che possa essere uno scherzo di pessimo gusto. Tra l’altro un grosso editore che ti trova su Amazon non chiede nulla, si compra il tuo ebook, lo legge e poi magari decidono di contattarti. Ma lo fanno quando scrivi di Gialli o di Romanzi Rosa e resti in vetta (top 10) per almeno 6 mesi. Mica pizza e fichi?

Io non corro questo rischio.

E, badate bene, io scrivo. E non lo faccio per dimostrare qualcosa a qualcuno. Non mi interessa cosa pensi chi non mi conosce affatto e che non mi dà il beneficio del dubbio. Non mi interessa pubblicare a tutti i costi. Quando l’ho fatto come selfpublisher non è mai stata una scelta facile. Ci sono stati mesi di lavoro, di ripensamenti, di agonia, di angoscia, di riscrittura. Adoro scrivere, ma so bene che non ci si può sognare di presentare un testo non lavorato. E anche quando ti ci sei dannato sopra, quando hai usufruito di un editor, di un correttore di bozze, di chi ti ha fatto da beta lettore, non hai realizzato nulla. Un testo può restare per sempre invisibile o godere di un mese di notorietà o anche solo due ore. Mesi o anni di lavoro sfumano in un attimo e le aspettative ti fregano sempre. Se non hai aspettative però ti freghi lo stesso, perché diciamo che non sei umano.

Non scrivo per dimostrare nulla. Lascio ad altri questo compito. I matematici dimostrano i teoremi, ma c’è anche chi dimostra senza essere matematico e non parlo di teoremi, ovviamente.

Lascio a chiunque altro tante cose.

A volte ti ritrovi 3500 impegni e magari li porti avanti malissimo. Forse dovrei limitarmi a uno solo e farlo bene, ma poi corro il rischio di annoiarmi.

Ecco magari dovrei smettere anche di scrivere articoli per blog così lunghi. Chi vuoi si legga tutto? 🙂

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