l’importanza delle recensioni nel selfpublishing

foto copertina: ©istockphoto.com/olaser
Era il 13 giugno 2013 quando ho pubblicato la cosa più importante che avessi mai scritto. Il primo romanzo della serie “Le parole confondono“. Sono passati quasi quattro anni da allora, eppure questi personaggi mi ronzano ancora in testa. Seguo le loro vicende che si sviluppano e si evolvono anche attraverso romanzi separati. Anche in “Sai correre forte” torna il personaggio di Andrea Marini.

Qualche giorno fa ero in una sorta di crisi profonda di scrittura. Mi sono detto: “Non pubblicherò mai più nulla”.

E non so se andrà a finire così. Nel frattempo sto editando il terzo volume. Facendo un po’ di promozione del nuovo romanzo, ma so bene come andrà.

Sono tempestato dalle storie di questi personaggi. Si aggiungono idee su idee, connessioni.

Ma sono stato contraddetto da una cosa che è successa il 4 aprile scorso.

Curiosi?

A quasi quattro anni di distanza dalla pubblicazione del primo libro della serie è arrivata una nuova recensione di ben cinque stelle. È arrivata da un perfetto sconosciuto e, visto che non sto più facendo alcun tipo di promozione a questo romanzo, lo ritengo un miracolo e una notizia molto piacevole. La cosa più bella ancora è che il lettore conclude la recensione dicendo che è felice perché ha appena scoperto che c’è un seguito… In realtà lo dice anche nel titolo dalla recensione. E io, conoscendo la mia stessa storia, aggiungo: “E che seguito! Roba da urlare”. Chi ha letto “Certe incertezze” sa che ho spinto il piede sull’acceleratore. Ho esplorato nuovi territori. Ho trattato di temi pesanti, forti, mi sono calato nel personaggio di Francesco Sacco appieno.

Se non ci fossero le recensioni un autore avrebbe perso. Un autore in genere. Un autoeditore quale che sono, un selfpublisher, senza recensioni peggio ancora: non vive. Per il semplice fatto che gli store on-line sono più grandi e profondi degli oceani e se uno a cui è piaciuto il tuo libro non ti recensisce, non ha capito che forse sarebbe abbastanza importante. So che al lettore medio non importa se ha letto un autore con una casa editrice tradizionale alle spalle o uno che ha avuto il coraggio di fare da sé. Il lettore è interessato alla trama, alla storia e ai sentimenti e alle sensazioni che ti lascia dentro una storia.

La cosa imbarazzante e al tempo stesso odiosa è quando in modo naturale o caricaturale la gente mi chiede: “Qual editore ti ha pubblicato?”. Senza prima capire cosa ho pubblicato. Perché anche se avessi un EDITORE GRANDISSIMO alle spalle e avessi pubblicato un pessima storia, cosa conterebbe per un lettore? È tutto un fatto di apparenza? A me non sembra. Alcuni lettori capiscono molto bene il punto della questione, la sostanza: LA STORIA PRIMA DEL NOME DELL’EDITORE E DELL’AUTORE.

Non capirò mai perché se un libro è bello, non bisogna dirlo. Se è bello, è bello. Va recensito. Forse è difficile recensire, però basta limitarsi anche solo a un paio di cose apprezzate se non si ha idea di come farlo.

Io ringrazio molto questa persona, mi ha fatto bene leggere le sue parole per qualche minuto.

Grazie davvero chiunque tu sia e ovunque tu sia. Senza di te, questa storia non avrebbe avuto senso. Grazie per il tempo che mi hai dedicato.

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