
Da scrittore quale sono ho letto molto nel 2022. Non ho finito tutti i libri che ho iniziato e ho letto un super mattone di quasi 300 mila parole di cui sconsiglio la lettura.
Quelli nell’immagine precedente li ho letti tutti. Mi sono piaciuti molto i libri di Francesco Zampa e Ariano Geta, due autori indipendenti molto molto bravi.
Ho apprezzato “Rimini” e “Camere separate” di Pier Vittorio Tondelli.
Ho amato “Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij.
Mi è piaciuto “L’annusatrice di libri” di Desy Icardi e “Lo strano caso di Maria Scartoccio” di Renzo Bistolfi, ma non tutte le altre letture in elenco, anche il secondo libro di Bistolfi non mi è piaciuto.
Il best seller mondiale “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara è un libro di 300 mila parole ed è esageratamente sopravvalutato da tutti. Un libro un tantino eccessivo, a tratti macabro, dove l’autrice non mette in evidenza da subito che potrebbe essere una lettura che disturba i più. Viene presentato come un tranquillissimo libro sull’amicizia, ma tanto tranquillo non lo è affatto. Io lo sconsiglio, se non vi piace leggere di gente che si taglia la carne a sangue, che viene stuprata in maniera ripetuta e che alla fine del romanzo si uccide dopo un primo tentativo non riuscito seguito da un ricovero in una clinica psichiatrica per qualche giorno.
Ho letto anche altri libri, ma non erano presenti le schede su GoodReads e non ho avuto tempo di crearle. Tra l’altro, se un editore non si preoccupa di creare la scheda del libro su GoodReads non si può sempre farlo al posto suo.
Se dovessi consigliare cosa leggere vi direi i libri di Ariano Geta e i due volumi della trilogia del ventennio di Francesco Zampa, ovvero: “Le sezioni mancanti” e “Per libere elezioni” che prima o poi recensirò. Al momento sono impegnato nella lettura di una raccolta di racconti di David Leavitt, dopodiché passerò a leggere “Il tratto finale”, sempre di Francesco Zampa.
Come prima cosa ti ringrazio sinceramente per le belle parole spese, è sempre un piacere sapere di essere piaciuti (cosa che tu già sai per esperienza diretta, fra “colleghi” ci capiamo 😉
Come seconda ti ringrazio ugualmente per la segnalazione di “Una vita come tante”, eviterò rigorosamente la lettura. La ricerca deliberata del contenuto “disturbing” fine a se stesso è qualcosa che non mi attrae più da moltissimi anni.
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Prego. Anche io parlo di amicizia nei miei romanzi ma non mi verrebbe mai di associarla alla tragedia del suicidio e ai continui tentativi di uccidersi e concludere con la morte del personaggio principale per mano propria solo per rendere omaggio alla vita e all’amicizia. Ho fatto morire dei personaggi, soprattutto nella raccolta di racconti sull’estate, ma non si sono mai suicidati.
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Si, quoto Ariano anch’io. Dovrebbe tornare alla narrativa, gli riesce bene! 😉
Camere Separate molto bello (io, dopo la lettura di questo romanzo, ho voluto leggere anche gli altri) e Dostoevskij che te lo dico a fare! 🙂
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Ariano dovrebbe tornare a pubblicare qualcosa. Di Tondelli sto leggendo anche “Un weekend postmoderno” ma è molto lungo, sono racconti/pensieri e non è molto accattivante come i due romanzi che ho letto. Non sono convinto sull’altro romanzo: Pao Pao e Altri libertini. Tu li hai letti?
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Sì, entrambi e mi sono piaciuti: Altri libertini soprattutto, è la sua opera prima criticata in base alla morale dell’epoca in cui fu pubblicata (erano gli anno ‘80). Ora farebbe ridere!
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Grazie anche a te Marina, grazie di nuovo anche a Giovanni, è davvero gratificante leggere le vostre parole.
Posso garantirvi che se non sto pubblicando nulla è perché non sto neanche scrivendo nulla. Al momento mi manca l’ispirazione, sono un po’ demotivato per varie situazioni.
E poi ammetto che creare strisce fumettistiche è più rilassante 😉
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